Il
liberalismo è la forza ideale ispiratrice,
il
socialismo la forza pratica realizzatrice.
C. Rosselli
Il 9 giugno del
1937 a Bagnoles de l’Orne una banda di sicari fascisti francesi,
assassinava, probabilmente su mandato di Galeazzo Ciano, Carlo e Nello
Rosselli.
La
perdita per l’antifascismo e la sinistra fu enorme. Carlo e Nello erano ,
certamente, due importanti intellettuali,
scienziato e filosofo politico il primo e storico il secondo, ma anche
attivisti nell’organizzazione del dissenso e della resistenza al fascismo nei
cosiddetti anni del consenso. La fondazione del movimento socialista – liberale
Giustizia e Liberà, nell’agosto del 1929 a Parigi, costituì, da subito, una
vera e propria spina nel fianco del regime in Italia come all’estero.
Giustizia
e libertà sono, anche, parole chiave della particolare visione del socialismo
elaborata da
Carlo Rosselli secondo la quale la libertà è il presupposto
irrinunciabile della giustizia e , al tempo stesso, l’esercizio reale delle
libertà è possibile solo con l’eliminazione progressiva delle disuguaglianze
ingiuste. Si tratta di un impegno, questo, insieme etico e politico fondato
sulla fiducia nelle capacità di auto – organizzazione e cooperazione degli
individui. Non, dunque, un socialismo statalista, ma un socialismo che limita
la pervasività dello Stato e favorisce la possibilità di ognuno di sviluppare
talenti e capacità orientandoli al benessere sociale. Perciò, come scrive Carlo
Rosselli, il movimento socialista ci
appare l’erede della funzione liberale.
La
crisi del welfare state, le questioni poste dalla globalizzazione, il permanere
di gravi e intollerabili disuguaglianze ingiuste, la necessità di difendere e
sviluppare diritti civili e libertà,
fanno si che il socialismo liberale costituisca, ancora oggi, un ideale
cui fare riferimento, affinché il fiorire delle capacità sia una risposta ai bisogni e sia volano di
sviluppo del benessere sociale, non solo localmente, ma anche in prospettiva
planetaria.
In
questo consiste raccogliere l’eredità di Carlo e Nello Rosselli sulla cui tomba
è scritto:
Giustizia e libertà. Per questo morirono, per questo
vivono.